Aniconics_Maggio 2007

Anne Nicole Smith, da playmate a opera d’arte

antonio.carnevale  Venerdì 4 Maggio 2007 alle 18:36

ANICONICS:ICON KILLERS (a cura di Camilla Boemio)

È stata un sex symbol. È scomparsa l’8 febbraio scorso in circostanze misteriose. E ora un artista vuole donarle l’iimortalità che hanno le opere d’arte, in un video che la mostra nuda e in pose ammiccanti. Lei è Anne Nicole Smith, la modella americana nota alle cronache soprattutto per aver sposato il ricchissimo petroliere J. Howard Marshall, più anziano di lei di ben 63 anni. Lui, morto poco dopo le nozze, aveva lasciato un’eredità di oltre un miliardo e mezzo di dollari, che la Smith era stata costretta a difendere dalle pretese del primogenito di Marshal a suon di avvocati. La morte dell’ex playmate ha però anticipato la sentenza della Corte Suprema. E nel ricordo dell’opinione pubblica americana Anne Nicole Smith resta solo un personaggio eccentrico, ambiguo e spregiudicato.

L’artista Emiliano Montanari vuole ora dare alla modella un dignità nuova e diversa. Vuole farne una figura mitologica, calcando la mano sui concetti di icona e di morte. Il concept del lavoro artistico di Montanari è tutto nel titolo del video: Aniconism/Anne Nicole Smith: le bain de la nouvelle Diana. Dove Aniconism (negazione dell’immagine) gioca sull’anagramma (un po’ rattrappito) del nome Anne Nicole Smith (icona sexy), proposta come nuova dea contemporanea.

Il video mostra la modella esibirsi senza veli in un sensuale bagno di schiuma e champagne. E sarà presentato al pubblico nella mostra che s’inaugura il 9 maggio al Caffè Letterario di Roma. Tra gli altri, parteciperanno alla vernice Enricho Ghezzi e Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte ha voluto mettere in rapporto la bella playmate a bagno con il Bagno di Diana del Parmigianino. Ma è probabile che ci sarà un grosso pubblico in grado di apprezzare le nude immagini, anche senza riferimenti eruditi. Ecco un’anteprima in questo video (servizio del Tg1 via Youtube)

Guarda la gallery con gli screenshot del video

http://blog.panorama.it/culturaesocieta/2007/05/04/anne-nicole-smith-da-playmate-a-opera-darte/

by Camilla Boemio:

“For me, initially, there is the body.

And that what we are, is that what we have.

We are all actors who get agitated

In the scenes of life and the first thing that

We have are our physical bodies”

David Cronenberg

Apotheosis of a mutilated contemporary body is the icon’s body:

dreamed of, desired, longed for by the masses, by the powerful, one nourishes and lives for the merit of others, like the hunter Diana is, in the visible world, compelled to put on a demoniac body which protects her and allows her to hunt.

The body has always been the fruit of my analysis since I wrote the research essay “Rebellious Body”. The woman without body “arriving to outline connections on the feminine body from the 18th century to contemporary art.

ANICONICS ICON KILLERS was born for combination, for synergy of intents of the desire to see how a theme develops,  a split prism of video-art which arrives to space out with different ways of speaking. Ten artists that present works that are incisive, complementary, some inedited, functional from one to the other from: Marina Ballo Charmet to Jrocco Dubbini to Gaston Ramirez to unexpected screenings related to the cartoons of the young Rak and Scop to Riccardo Arena, Stefano Ronci, Giuliano Lombardo to Sebastiano Mauri to Emiliano Montanari with his video which is the heart of the event from which the various connections with Floria Sigismondi, oneiric Canadian artist, take their form, and also an unexpected participation of the film maker Asia Argento.

Video art as the cell of capillary creativity, propelling and capable to connect in a multifaceted way with cinema, clearing the cracks between disciplines, expanding the expressive starting points and reminiscences.

We are all users of images as a serial, unconsciously we feed off big media binges.

The language of images is social communication favoured by the spectacalization which each authority has used, extending it on a global scale, it becomes impossible to escape from the ramification of the mechanism which takes the individual to being put in a micro world where the images become part of one’s identity.

Video art re-edits the absorbed images, giving us new keys of looking at them.

The generation of young artists that nowadays bring themselves into play ‘ the barricades is possibly the most innovative generation in the language that has been created over past decades, internationally capable of tainting other languages arriving to scratch bedded clichés.

Let’s nourish ourselves with these images that belong to us, that satiate our recreational taste and that make our soothed perceptions float, providing us keys of perception which only contemporary art in this moment has the courage to confront.

Mercoledì, 02 Maggio 2007

ghezzi sul video aniconism/annanicolsmith

WOW: ninfilosofia

Visto con improvvisa attenzione, scheggia notturna promessa amicalmente alla mia visione disattendente e incredula tra lo sfrecciare/strecciarsi statico balenante di spiderman in antepima e la partenza subito dopo per la prima a mosca del borisgodunov primo teatro di sokurov di colpo sdoppiata dalla morte di boriseltsin, il video il film la sequenza girata da emim con ANS nella vasca di una stanza dell’hotel majestic di roma mi colpisce con la dolcezza di un’epifania catastrofica.

Il suo naturale –fuori dall’esagerazione in cui mi era sempre apparsa confinata nella definizione fotografica- riassume il domestico e l’apofanico, la seduzione soddisfacente e l’inanità del già sedotto. Mai attratto da annnicolsmith, rubricata nel catalogo innumerevole delle icone camp, bastanti a se stesse nell’evidenza del loro guardarsi già riguardate da me e da tutti (star/stelle troppo volontarie per non brillare che della loro sola luce già troppo riflessa e diffusa parcellizzata autodeviata nel prism(a di m)oebius che esse già sono), eccomi preso avvinto sedotto da un frammento di tempo che sembra infinito tanto è in(e)esistente.

Non è tempo e non c’è tempo infatti. Una sospensione sognante, torsione dello spazio in una perfetta disarmonia che mima il mimarsi di un’impossibile marilyn. Così sexi che tutto il sesso sembra esserci già stato, e il corpo diventa pura memoria di quel che non sarà mai stato. (io sconosciuto in quel momento di sguardo distratto e captato sono il suo destino, la sua apofonia; l’innocenza con cui non se ne rende conto –perché i conti son già stati fatti, e lei lì vive già serenamente e quotidianamente morta nell’eccesso del micromacrodivismo warholiano- mi turba).

     e g h

(enrico ghezzi)